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Veneto germanico e bizantino, aristocratico e contadino, montano e lagunare dovunque.

Binomi dietro cui si cela una ricchezza da assaporare prima di tutto a tavola.

A unificare la cucina veneta è la presenza della polenta e di spezie e uvetta, che ricorda i passati commerci con l’Oriente.

Le strade del Veneto sono anche strade di piccole botteghe e rinomati laboratori artigiani, che testimoniano di una ricca tradizione.

Dall’oreficeria di cui è protagonista Vicenza, al vetro in cui eccelle Venezia, dai mobili alle opere in ferro battuto in cui primeggia Belluno, fino ai capolavori di decorazione, incisione e restauro della provincia di Padova e ai mobili d’arte e alle opere in marmo di Verona.

A percorrere la quiete senza tempo della Laguna si fa fatica a immaginare che a pochi chilometri di distanza la natura dispieghi infiniti volti, offrendo la solarità delle sue spiagge o la mondanità dei suoi lidi, l’incanto fiabesco dei colli, i rosei orizzonti di pianure, le verdi distese o le bianche piste dolomitiche, la scenografica vastità del suo lago.

Innumerevoli suggestioni possono condurre alla riscoperta di una modernità veneta che ha saputo raccogliere e mettere a frutto l’eredità di un ricco passato e si affaccia al futuro con la sua storica vocazione di regione “aperta”, di terra di mercanti, artisti ed intellettuali, di amanti della natura e del buon vivere.

Ottenuto il controllo, Venezia seppe condurre una politica illuminata e tollerante nei confronti delle città dell’entroterra, divenendo il centro unificatore della regione.

Nella “capitale” si concentravano le attività manifatturiere più importanti e redditizie: cantieri navali, armi, lavorazioni della seta,del vetro, ma anche di occhiali, specchi, sapone.

Oggi attraversare canali e campielli di Venezia, ammirare gli splendori della sua Piazza, i ponti e le anse dei suoi canali, il fitto intreccio delle sue isole, significa scoprire come nei secoli questa città abbia saputo accorciare fino a quasi annullare la distanza che la separava da Bisanzio: porte bronzee, mosaici, statue di tetrarchi, di cavalli e di leoni, reliquiari e icone, sono lì per narrarci di navigatori e crociati, di spezie e incensi che hanno varcato incessantemente il Bosforo donando all’Europa un ponte per l’Oriente.

Ponte d’Europa, porta d’Oriente, balcone sul Mediterraneo. L’immagine che da sempre questa regione reca con sé è quella di una terra di confine, plasmata dall’avvicendarsi di popoli ed eventi, di culture e tradizioni che le hanno conferito una varietà talora sorprendente.

Abitata sin dal IX-VIII secolo a.C. dal popolo dei Paleoveneti, provenienti forse dalla Penisola Anatolica e già nel VII secolo a.C. mediatrice dei commerci greci ed etruschi, la regione veneta stabilì intense relazioni con i popoli d’oltralpe.