Itinerario a Venezia verso la costa sud e le isole
Le isole di San Giorgio e della Giudecca Le Rive sono la passeggiata panoramica per eccellenza di Venezia, aperta sul bacino di San Marco e sulle rive della Laguna. Seguendo questo itinerario, vi si arriva dopo aver ammirato chiese di grande interesse artistico, e dopo aver reso omaggio alla tradizione marinara veneziana con una visita all’Arsenale.
Il percorso raggiunge via traghetto la Giudecca, e prosegue lungo le fondamenta che delineano il fronte dell’isola, toccando i complessi palladiani del Redentore e delle Zitelle per poi concludersi sull’isola di San Giorgio Maggiore.
Alle spalle di San Marco, attraversato campo San Provolo, si entra per un portale in stile gotico fiorito in campo San Zaccaria,dominato dalla facciata dell’omonima chiesa, alla cui destra svetta un caratteristico campanile in cotto (XIII secolo), mentre a sinistra si delineano le arcate del chiostro cinquecentesco.
Il campo è chiuso a nord da arcate tardo-quattrocentesche che delimitavano il cimitero abbaziale.
La chiesa, eretta nel corso del XV secolo in forme gotiche, fu terminata da Codussi (1483-90) cui compete la facciata in pietra bianca a più ordini, una delle più tipiche creazioni del rinascimento veneziano.
Sovrasta il portale la statua del santo, opera di Vittoria. L’interno a tre navate, arioso e luminoso, custodisce una Madonna in trono e santi di Bellini (1505), e dipinti di Tintoretto e Tiepolo.
Proseguendo si incontra San Giorgio dei Greci (1561), appartenente alla comunità greco-ortodossa: ricca di pitture e icone bizantine, è la più importante fra le chiese “straniere” nella Venezia del rinascimento. Sulla sinistra della facciata, presso l’Istituto ellenico ha sede il Museo dei Dipinti sacri bizantini, che raccoglie icone bizantine, arredi sacri e oggetti di culto.
Ai margini dei più frequentati percorsi pedonali, il campo Bandiera e Moro, di suggestiva bellezza, è definito a nord dal prospetto di palazzo Gritti (fine XIV secolo).
Vi sorge la chiesa di San Giovanni in Bràgora, rifatta a partire dal 1475: l’interno, dalle originarie linee gotiche, custodisce dipinti di Cima da Conegliano, Alvise e B. Vivarini. Oltrepassata la chiesa di San Antonin si giunge alla Scuola di San Giorgio degli Schiavoni, eretta dalla confraternita dei dalmati (schiavoni). La facciata, di gusto sansoviniano, è del 1551, mentre la sala a pianterreno custodisce un celebre ciclo pittorico di Carpaccio (1501-11), considerato uno dei suoi capolavori.
Superato palazzo Contarini, si entra nell’articolato spazio urbano di campo di San Francesco della Vigna, la cui sistemazione attuale risale al XVI secolo. La grande chiesa di San Francesco della Vigna,edificata su progetto di Sansovino a partire dal 1534, vanta una grandiosa facciata classicheggiante, opera di Andrea Palladio (1564-70). L’interno, a croce latina con un’unica, vasta navata, conserva opere di Lombardo, Veronese e Palma il Giovane, oltre a una Madonna col Bambino e santi di Bellini, del 1507.
Una cinta di alte mura merlate, circondate da canali, delimita il grandioso complesso di cantieri dell’Arsenale, risalente agli inizi del ’200 ma più volte ampliato nel corso dei secoli, da cui uscivano le flotte veneziane.
L’area dell’Arsenale è di notevole interesse storico e architettonico: al suo interno si trovano tra gli altri l’edificio del Bucintoro, ricovero dell’imbarcazione usata dal doge nella cerimonia dello sposalizio col mare per la Sansa; le Gaggiandre, due grandiosi cantieri acquatici costruiti fra il 1568 e il 1573 su progetto attribuito a Sansovino; le Corderie della Tana, dove si conservava la canapa e si torcevano le gòmene per le navi.
Dal ponte dell’Arsenale si accede a campo San Biagio, dove ha sede il Museo storico navale che documenta con cimeli, modelli, incisioni e plastici la storia della Marina Veneziana (secoli XVI-XVIII) e della Marina Militare Italiana dal 1860 a oggi. Prima di tornare verso il Canal Grande, ci si può concedere una piacevole passeggiata nella grande area verde dei Giardini Pubblici,dove sorgono i vari padiglioni nazionali della Biennale d’Arte, che riflettono le tendenze architettoniche dei singoli paesi.
Dalla riva San Biagio e oltre la riva Ca’ di Dio, lungo il bacino di San Marco, si estende la riva degli Schiavoniche deve il nome ai marinai della Schiavonia o Slavonia (l’odierna Dalmazia), che qui ormeggiavano i loro navigli.
Percorrendola in direzione di San Marco si incontra la settecentesca chiesa di Santa Maria della Visitazione, con affreschi di Tiepolo, seguita dall’imponente monumento equestre a Vittorio Emanuele II (1887). Oltre il ponte del Vin, la riva acquista un carattere spiccatamente turistico. Vi prospettano il gotico palazzo Dandolo (XV secolo), sede del celebre Hotel Danieli, e il poderoso palazzo delle Prigioni (1589-1614), il cui fronte bugnato richiama nelle proporzioni e nelle forme classiche quello degli edifici marciani.
Da riva degli Schiavoni o dalle Zattere ai Gesuiti è possibile imbarcarsi per l’isola di San Giorgio Maggiore, nota per l’omonimo complesso conventuale benedettino e per la splendida vista che, da San Marco, ha ispirato pittori di ogni epoca e continua a incantare anche oggi. La costruzione della chiesa di San Giorgio Maggiore fu iniziata da Palladio nel 1566 e portata a termine nella prima metà del ’600 dopo la sua morte.
Solenne l’interno a tre navate arricchite da notevoli capolavori pittorici: Madonna in trono e santi di Sebastiano Ricci (1708), Ultima cena e Raccolta della manna (1594) di Tintoretto, il magnifico coro ligneo intagliato da Albert van der Brulle e Gasparo Gatti, San Giorgio uccide il drago di Carpaccio (1516). Dal campanile (1791) è splendida la vista sulla città e la Laguna.
A fianco della chiesa si erge il monastero di San Giorgio Maggiore, sede della Fondazione Giorgio Cini, complesso di ambienti articolato attorno a due chiostri, con interventi di alcuni dei maggiori architetti del XV, XVI e XVII secolo: Palladio, Giovanni e Andrea Buora, Longhena. Al piano terreno, sulla parete di fondo del refettorio progettato da Palladio, Sposalizio della Vergine di Tintoretto; un monumentale scalone a due rampe di Longhena (1643-44) sale al primo piano, dove la sontuosa biblioteca longheniana accoglie oltre 100.000 volumi di storia dell’arte.
Una volta salpati, si prosegue verso l’isola della Giudecca: stretta e allungata fra il canale omonimo e la Laguna sud, derivò forse il nome dagli insediamenti di ebrei qui presenti in età medievale. Grazie alla posizione decentrata ma inserita nel bacino di San Marco, divenne dal XVI secolo luogo di delizie e di ozio, ove le residenze dei nobili si alternavano a orti, monasteri e giardini. Una lunga passeggiata sulla fondamenta, che assume nomi diversi nei successivi tratti, percorre tutta l’isola, offrendo una splendida vista sul canale della Giudecca.
Dalle Zitelle, complesso costituito dalla chiesa e dall’ospizio per giovani povere realizzato fra il 1579 e il 1586 su progetto di Palladio, si raggiunge la chiesa del Redentore, affacciata sulla fondamenta di San Giacomo. Tempio votivo voluto dal Senato nel corso di una grave pestilenza, la chiesa è uno dei capolavori di Palladio; iniziata nel 1577, fu conclusa da Antonio da Ponte nel 1592. Si presenta con una facciata di linee classicheggianti e un sobrio, maestoso interno con un colonnato che gira lungo le pareti dell’unica navata e del presbiterio. La decorazione pittorica e scultorea è incentrata sul tema della redenzione (Ascensione di Tintoretto e aiuti; Risurrezione di Francesco Bassano il Vecchio), cui si aggiungono la Deposizione di Palma il Giovane e, in sagrestia, Madonna con Bambino di Alvise Vivarini e Battesimo di Gesù di Veronese. Proseguendo verso ovest si percorre la fondamenta di Santa Eufemia, con la chiesa omonima dell’XI secolo.
Si continua lungo la fondamenta di San Biagio, definita da palazzetti edificati dal ’400 alla fine della Repubblica. La fondamenta muore a un ponte metallico ormai chiuso; in uno scenario che ricorda i dock dei nebbiosi porti del nord, oltre il rio si staglia l’imponente mole neogotica dell’ex mulino Stucky (1896).